Come annunciato dal ministro della Transizione ecologica Roberto Cingolani, si prospetta per l’ultimo trimestre del 2021 un forte rincaro sulle bollette di luce e gas. Nello specifico si legge sui giornali che questi rincari arriveranno fino al 40% rispetto al trimestre precedente

Meglio fare però un po’ di chiarezza. Il rincaro preannunciato sarà relativo unicamente al costo della materia prima energia e non al totale delle voci che compongono la bolletta (oneri di sistema, trasporto, ecc). L’effettivo aumento di cui risentirà il consumatore finale in bolletta, sarà quindi pari circa al 10-12%. E questo rincaro non durerà di certo per sempre.

Dietro i rincari c’è l’aumento della domanda di energia

Come visto, il rincaro delle bollette pagate dai clienti finali dipende direttamente dall’aumento del costo dell’energia. Ma allora perché il costo dell’energia continua ad aumentare? Le ragioni sono diverse e, in molti casi, legate a dinamiche internazionali. Il rialzo della domanda di energia nella fase post Covid sta giocando un ruolo fondamentale in questa situazione e questo fenomeno non è circoscritto alle sole bollette dell’energia. Le stime dicono infatti che questa risalita dei prezzi stia influenzando significativamente anche l’inflazione. C’è poi l’aumento del costo ecologico, ovvero di tutte le iniziative messe in campo per la sostenibilità: un elemento che contribuisce – assieme all’impennata della domanda di energia – a far lievitare il prezzo al dettaglio di luce e gas. 

Analogamente a quanto già avvenuto a inizio luglio, è molto probabile che il Governo intervenga per limitare gli aumenti. Bisogna però passare da operazioni di natura emergenziale a interventi strutturali. 

Più del 50% delle bollette è composto da costi non decisi dal fornitore

Per contrastare il caro bolletta è necessario intervenire anche su altre voci. Basti pensare che circa il 50% delle fatture è composto da costi che sono uguali per tutti e non decisi dal fornitore: costi di trasporto dell’energia, oneri di sistema, accise e imposte. Tutte voci che dovrebbero essere ridotte al minimo ed efficientate il più possibile. 

Aumentano i costi dei permessi per le emissioni di CO2

L’ultimo aspetto da non tralasciare riguarda l’aumento continuo dei costi dei permessi per le emissioni di CO2. Parliamo di una sorta di tassa, stabilita dall’Unione europea, che viene imposta alle aziende energivore. Anche in questo caso, l’innalzamento del valore di questi permessi ha comportato l’aumento dei loro costi.

Le misure in arrivo da parte del Governo

Per contenere il caro bolletta ci sarebbero allo studio varie possibili opzioni. Una tra queste è la sterilizzazione dell’Iva relativa all’incremento tariffario ma è difficile che questo possa arrivare a breve termine. Più probabile che si intervenga sui cosiddetti oneri di sistema, cioè alcuni balzelli che sono all’interno delle tariffe, per il sostegno alle rinnovabili o per i costi del nucleare, che potrebbero essere spostati sulla fiscalità generale

Il caro energia, del resto, è il principale imputato anche del rialzo dell’inflazione di agosto: l’Istat ha infatti spiegato oggi che a spingere i prezzi al consumo ai massimi dal gennaio 2013 sono stati per lo più i beni energetici le cui quotazioni continuano ad avere una crescita molto ampia sia per la componente regolamentata sia per quella non regolamentata.

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